La pagina evangelica di questa domenica si apre con la "mormorazione" dei Giudei che non intendono accettare Gesù che afferma di essere disceso dal cielo e si chiude con la solenne affermazione dello stesso Gesù che dice apertamente: se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo.
I Giudei ritenevano di sapere già chi era e di chi fosse figlio Gesù e per questo non riuscivano a fare altro che "mormorare" perché praticamente erano incapaci di accettare i piani di Dio. Anche noi somigliamo ai Giudei del tempo di Gesù tutte le volte che non riusciamo a comprendere i piani di Dio perché magari non corrispondono pienamente ai nostri piani umani. E in questo modo rischiamo di non lasciarci "attrarre" dal Padre.
Gesù viene a ripetere sempre: nessuno può venire a me se il Padre non lo attira. Ciò significa concretamente che si può diventare cristiani solo per 'attrazione' da parte del Padre celeste. Non si può essere cristiani per semplice tradizione e neppure per una sorta di convenzione sociale.
Siamo cristiani in quanto attratti, affascinati, conquistati da un Dio che - come dice Padre Ermes Ronchi - è "buono come il pane, umile come il pane, energia inesauribile che alimenta la vita, ogni vita, tutta la vita".
Gesù ci dice: se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Il verbo "mangiare" è un verbo strettamente legato alla vita e alla sopravvivenza di ognuno. E come insegna San Leone Magno, mangiare il corpo di Cristo equivale a trasformarci in quello che riceviamo. Potremmo anche dire che «mangiare il pane di Dio» non è altro che lasciarsi alimentare da Cristo e dal suo santo Evangelo. Ognuno provi a chiedersi: di che cosa mi nutro ogni giorno? Con che cosa alimento il mio cuore e i miei pensieri? La mia vita è nutrita di generosità, dedizione, bellezza, profondità?
Oppure è la superficialità, l'egoismo e le assortite meschinità ad alimentare i miei giorni, i miei sogni e i miei progetti? È chiaro che se la nostra vita di fede è costantemente alimentata dal Pane Santo dell'Eucaristia tutta la nostra esistenza sarà un lieto e coerente riflesso del Vangelo, se invece la nostra mente e il nostro cuore sono 'mal nutriti', cioè alimentati da "cibi inquinati", lontani dallo stile Eucaristico della donazione gratuita, potremo rischiare di essere fagocitati dalle bassezze più vergognose.
A Gesù, "pane vivo disceso del cielo" sia orientata tutta la nostra vita, ogni nostro progetto, tutte le nostre scelte. E sarà davvero, sin da adesso, esperienza di "vita eterna".
p. Enzo Smriglio